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Si scrive “Compagnia dell’idiota” si legge Marcello Linfatti, mente, cuore e regia dietro questo ambizioso progetto.

Nato a Roma nel 1956 coltiva sin dall’adolescenza la passione per la letteratura e la filosofia a cui, in età matura, si aggiunge quella per la ricerca delle vere ragioni e significati che stanno dietro alle realtà sociali e psicologiche comunemente accettate. Divora grandi quantità di testi e scrive dall’età di 16 anni. Riflessioni, poesie, racconti. Da “L’apparizione dell’idiota” a “Una storia anormale”, sarà un susseguirsi di parole riadattate in chiave teatrale e trasformate in spettacolo.

Pressappoco è andata così

Era il lontano (vicino) 2015 e finalmente, dopo una cinquantina d'anni di scritti disordinati, appassionati, confusi, belli, brutti, così e così, e dopo l'esercizio di nobili, meno nobili, ma in ogni caso proficue attività, quali venditore di enciclopedie in lingua inglese nelle periferie romane, facchino, montatore di scaffali, negoziante, barista, edicolante, venditore di videocassette, responsabile amministrativo, pianificatore di spostamenti di bus turistici, libraio e contabile (attività attualmente in pieno svolgimento); dopo essersi dilettato, dicevo, con questo ben di Dio, il nostro eroe decide di pubblicare!

Caspita, direte voi, e caspita, dice ancora anche lui. Pubblicare in proprio, sia chiaro, e distribuire anche in proprio. Bè, più che distribuire, infilare a forza copie nelle mani di amici e conoscenti. Non contento di tanto ardire il nostro eroe, un paio di anni dopo questo gesto audace, decide che non è abbastanza e si mette nella capa l'idea di rappresentare in teatro il contenuto dei due libercoli. Esperienze di teatro? Zero, a parte quella di spettatore.

E quindi il nostro eroe si mette a rimuginare su ciò che occorrerebbe per compiere l'ardita impresa: un teatro, non c'è dubbio, un copione, eh sì, anche questo gli sembra necessario, una locandina, certo, e poi che altro? Ah, ecco, gli attori! Eh, pensa, e dove li trovo gli attori? Di professionisti non se ne parla, a causa del piccolo particolare che il nostro di euri da investire non ne ha. Amatori? E chi ci viene a recitare per uno che di teatro non ne sa una beneamata. Trovato! Gli amici! Una cinquantina di telefonate a cui, molto ragionevolmente la maggioranza risponde "Ma che stai a dì? Ma che te sei impazzito?"

Eppure una decina di folli come lui il nostro eroe li scova e allora, grazie soprattutto a loro, l'avventura può avere inizio. Spero di non dimenticarne nessuno: Fabrizio, Maurizio, Franco, Andrea, Romina, Manuela, Giorgia, Ernesto, Cinzia, Giulia, another Fabrizio, Vittoria. E poi i professionisti (addirittura!!!): Luca, Elisa, Giorgio, Emanuele. E poi, nel tempo, in ordine sparso, amatori, debuttanti e professionisti vari: Gigette, Ginevra, Edoardo, Federica, Patrizia, Stefania, Filippo, Giacomo, Chiara, Umberto, un'altra Patrizia, altra Cinzia, altro Fabrizio, Cristina, Daniela, Francesco, Maria Pia, Giuliana, Maya. E poi quelli che sul palco non ci sono saliti, ma che sono stati determinanti come se: Max, Otta, Bobo e la sua band, Davide, Carmelo, Irene, Carola...maronna quanta gente...e sono certo di dimenticarne qualcuno perché sto andando a memoria.

Tutto questo per dire che grazie ai suoi compagni coraggiosi il nostro eroe ha vissuto e continua a vivere la sua favola. Speriamo sia una favola che vi piaccia tanto quanto piace a lui. Grazie.